Videopoker: la stretta della Regione Piemonte

Negli ultimi tre anni il giro d'affari dell'industria delle scommesse e del gioco d'azzardo ha aumentato costantemente il suo fatturato in tutte le regioni d'Italia. Tutte tranne una eccezione: il virtuoso Piemonte. Chissà però se si tratta di una differenza dei suoi cittadini o delle legislazioni regionali più stringenti.

La regione infatti anche nel campo dei videopoker alla fine dello scorso anno a novembre ha deciso di seguire una linea piuttosto dura in merito. E' stato infatti effettuato uno "switch off" in tutta la regione tra le 15.000 e le 20.000 macchine da videopoker in tutta la regione se tali apparecchiature fossero state a distanza troppo ravvicinata da vari luoghi sensibili come, tra gli altri, scuole e punti bancomat.

La differenza con la maggioranza delle altre legislazioni regionali e locali è che l'intervento di divieto veniva indirizzato a nuove aperture o in caso, veniva dato un certo lasso di tempo per le attività commerciali di trovare una soluzione alternativa e spostarsi dunque dalla vicinanza del luogo sensibile.

Il legislatore regionale non ha sentito ragioni nonostante le critiche come potete immaginare, non sono mancate. L'allora Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Economia e delle Finanze Pier Paolo Baretta ha parlato esplicitamente di una presa di posizione proibizionista da parte del Piemonte con una dichiarazione decisamente senza peli sulla lingua. Riportiamo letteralmente la sua dichiarazione di quei giorni "Non vorrei che si aprissero procedimenti nei confronti degli amministratori piemontesi, che potrebbero dover rispondere delle mancate entrate". Presa di posizione molto dura forse nata dalla preoccupazione del mancato gettito erariale che potevano dare oltre 20.000 macchine da gioco che rappresentano proprio per lo stato una vera e propria miniera d'oro.

Anche l'associazione di categoria dei gestori delle sale da gioco, l'Astro, ha parlato di conseguenze disastrose sul piano dell'occupazione e della sicurezza dei cittadini.

Non è mai facile prendere una presa di posizione unilaterale su questi temi. Da una parte c'è un problema sociale oramai impossibile da nascondere: quello della ludopatia o GAP (gioco d'azzardo patologico) che dir si voglia. Un fenomeno purtroppo in costante crescita, con costi economici e sociali molto alti e con altre conseguenze drammatiche in molte famiglie che si chiamano usura e violenze domestiche.

Dall'altra c'è chi ricorda che limitazioni eccessivamente stringente possano far tornare in auge il gioco clandestino ed irregolare, che già ora è tutt'altro che scomparso. Ed inoltre si pone anche l'accento sul mondo virtuale della rete: su Internet si può giocare a qualsiasi ora del giorno e della notte senza alcun limite temporale e geografico. Basta uno smartphone, un tablet, un PC o anche una TV collegata alla rete e non avere limiti di sorta in fatto di gambling. In particolare è molto in voga il videopoker online, che sta prendendo sempre più piede tra i giocatori del virtuale.

Una questione dunque molto delicata in cui si dovrebbe cercare il massimo equlibrio, lontano da estremismi di qualsiasi tipo ma anche dagli interessi economici. Non certo un obiettivo facile ma su cui sicuramente si tornerà a parlare in Piemonte e in tutta Italia visto che si tratta di un fenomeno in costante crescita e da analizzare in ogni sua sfaccettatura.

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